Il racconto shock di Mattia al Grande Fratello: “Mi prendevano a calci…”
 



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Ecco le parole del giovane in merito al suo coming out

Ieri sera, una nuova puntata del reality di Canale cinque è andata in onda a partire dalle 21:35. Sì è trattato di una serata ricca di emozioni e colpi di scena dove il neo entrato Mattia ha aperto il suo cuore ed ha raccontato ai telespettatori la sua esperienza da giovane.

Racconta come viveva la sua sessualità: “Non è stata facile una parte della mia vita, soprattutto all’inizio” – le parole di Mattia Fumagalli – “Avevo una personalità molto estrosa, anche nel modo di vestire, fin da subito. E sai, in un paesino non è semplice. Sentivo di appartenere a un altro mondo. Mi piacevano la pallavolo, la danza, tutte quelle cose che, però, nel luogo in cui sono nato non erano accettate. Dovevo fare calcio, ma non mi piaceva. Non mi piaceva stare con i ragazzi. Entrare a scuola era un terrore per me. Mi prendevano a calci e mi dicevano: “Tu non devi stare qua.” Ero sempre messo da parte. Camminavo guardando il pavimento, fino alla mia classe. Mi rendevo quasi invisibile, anzi, io volevo scomparire. Ovunque andassi, non mi sentivo capito. Non avevo un mio mondo. L’unico posto in cui mi rifugiavo era la soffitta, dove mettevo Britney a tutto volume e finalmente trovavo la mia dimensione. Potevo essere me stesso, vivere, senza essere giudicato. Ma ancora oggi, a volte, riaffiora in me la sensazione di aver sempre combattuto le mie battaglie da solo“.

Il coming out con la mamma e poi con il mamma: “Glielo dissi un giorno mentre eravamo davanti ai piatti. Stavo distruggendo un pezzo di pane tra le mani. A un certo punto si gira e mi chiede: “Che hai?” Io la guardo e le dico: “Mamma, sono gay.” Lei, senza pensarci, lascia tutto, mi abbraccia e mi chiede se sono felice. Io rispondo di sì. Lei sorride, come se niente fosse, e torna a lavare i piatti. Con mio padre è stato diverso. Lui era il classico uomo che nei programmi in TV chiedeva: “Ti piace la velina mora o la bionda?” E io avrei voluto rispondere: “Il conduttore.” Ma non si poteva. Io lo chiamo il mio “orso buono” perché so che, in fondo, mi vuole bene. Ma ho sempre avuto la sensazione di deludere le sue aspettative. Lui era l’uomo di casa, il classico maschio. Non ho avuto il coraggio di dirglielo direttamente, così lo ha fatto mia madre. Nei giorni successivi lo vedevo strano. Poi una sera mi guarda e mi fa: “Me lo ha detto la mamma.” Io rispondo: “Sì, papà.” E lui: “Beh…” Ho visto nel suo sguardo spegnersi tante aspettative. E non è una bella cosa per un figlio. “Papà, non è un capriccio, non è una scelta. Sono nato così.”